Storia del Paracord e accessori di Sopravvivenza
Il cordino Paracord ha fatto la sua comparsa tra le vele dei paracadute degli alleati durante la seconda guerra mondiale. Inizialmente il cordino era, come il paracadute, realizzato in seta.
I paracadutisti venivano lanciati dietro le linee nemiche e una volta atterrati dovevano rendere i paracadute inutilizzabili tagliando le corde. Abbandonavano quindi le vele perché troppo ingombranti e pesanti.
Le corde tecniche si rivelarono presto un valido aiuto in mille situazioni poiché erano molto robuste e resistenti, ma leggere. Potevano servire per legare e trasportare rami per il fuoco, per costruire un riparo, o una barella o per steccare un arto ferito, preparare trappole per i nemici o animali, pescare con i fili interni più sottili, sostituire lacci di scarpe e scarponi, cinture e cinturoni, legare carichi.. e mille altre necessità.
Presto il Paracord diventò un materiale milleusi.
Nelle lunghe sere i militari cominciarono ad intrecciare queste corde, un po' per passatempo, un po' per nostalgia delle nonne e delle mamme che erano abituati a veder ricamare a macramè, un po' per ridurle di volume e tenerle ordinate.
Nacquero così i primi accessori di sopravvivenza, soprattutto bracciali e cinturoni, da smontare velocemente in caso fosse necessario uno spezzone di questa pratica e robusta fune.
Tutt’oggi gli accessori di sopravvivenza vengono prodotti nello stesso modo, i più pregiati, come allora e come i nostri, a mano.